ho visto il sole dentro una pozzanghera, e ricordo di quanto calava dentro lo scavo della fognatura. s’infilava nel fondo, nel cunicolo, a scaldare la schiena al manovale. l’ho visto carezzare orbite ai ciechi, lisciare il bianco ai vecchi, disinfettare l’ombra ai marciapiedi, illuminare il nero delle vedove, stare coi prigionieri all’ora d’aria, sfondare il [...]
salgo alle montagne dove metto distanza dal trabocchetto-botola delle tue gocce, mare. vado su ghiaccio e neve, sgretolo sotto i passi gli infiniti cristalli esagonali, per naufragio mi tengo la valanga e il crepaccio, per asfissia l’ossigeno che in alto si dirada. alzo l’ultimo passo che depone in cima dove non è più suolo, è [...]
nei canali di otranto e sicilia migratori senz’ali, contadini di africa e di oriente affogano nel cavo delle onde. un viaggio su dieci s’impiglia sul fondo, il pacco dei semi si sparge nel solco scavato dall’ancora e non dall’aratro. la terraferma italia è terrachiusa. li lasciamo annegare per negare. erri de luca
andava solo, qualunque altro accanto gli avrebbe sparigliato la solitudine. andava per desiderio di staccarsi dal campo, dalle voci, saliva per allontanamento. a chi gli chiedeva cosa aveva visto, sentito, se il cielo era per caso più vicino, rispondeva di no, ch’era più vuoto, senz’ali senza polvere, né fumo. erri de luca
non è traguardo una cima, è sbarramento. lì sperimentava la vertigine, che in lui non era il risucchio del vuoto verso il basso, ma affacciarsi sul vuoto dell’insù. lì sulla cima percepiva la divinità che si accostava. lassù si avvolgeva di vento. una sommità senza urto di masse d’aria addosso è spaventosa. perchè l’immenso sta [...]
se potrò scordare di te si dovrà scordare di me la mano che scrive le lettere la destra del martello e del palmo di fionda. se potrò scordare di te s’attaccherà la lingua alla sella del palato, la lingua dei fischi alla notte e dei baci alla pelle leccata come una capra il sale. s’attacchi [...]
chi ha steso braccia al largo battendo le pinne dei piedi gli occhi assorti nel buio del respiro, chi si è immerso nel fondo di pupilla di una cernia intanata dimenticando l’aria, chi ha legato all’albero una tela e ha combinato la rotta e la deriva, chi ha remato in piedi a legni lunghi: questi [...]
le città scrivono sulle facce dei cittadini, anche poco, una parola sola. per esempio su quella di vojka, sarajevo ha scritto solamente: “aspetta”. e lei ha obbedito mantenendo la sua bellezza sotto i capelli bianchi, per ordine di una città che le nega il diritto d’invecchiare. sulla tua ha voluto scrivere alla russa “zmi” (“stringi”) [...]
“non sei caduto dal cielo e la terra non è un posto per angeli in esilio. non è il fondo di precipizio del cielo. terra è la nostra sostanza, siamo fatti di acqua che ti verso a gocce e di aria che ti fa muovere il petto. sei della specie umana, guardati intorno e riconosci [...]
esistono in montagna alberi eroi, piantati sopra il vuoto, medaglie sopra il petto di strapiombi. salgo ogni estate in visita a uno di loro. prima di andare via monto a cavallo del suo braccio vuoto. i piedi scalzi ricevono il solletico dell’aria aperta sopra centinaia di metri. lo abbraccio e lo ringrazio di durare. erri de luca