re mare

mare.2014©salvatoremarrazzo

ho aperto
la tua bocca
a oriente
remato il mare
con i pesci
ho steso le braccia
alle pianure
aperto varchi
alle cime
ho acceso legna
al tuo freddo
ho raccolto
prati
adulato l’aria
maledetto
i ciechi
e gli urlatori
ho bevuto
con te
alla fine
non all’inizio
ho ingoiato
l’allegria
ho sparso il cielo
d’ipotesi
ho parlato
con altre genti
e vissuto
nelle cattedrali
ora cammino
a piedi
fino
alla prossima
festa
siete tutti
invitati

s.m.

patto prima dell’ira

untitled.2014©salvatoremarrazzo

il giorno del finimondo
andremo contro il vento
con la bocca calda,
io e tu,
non c’importa di morire.

g.bufalino

sgravato

 


immensa nube.2014©salvatoremarrazzo

sgravato per un po’ dal peso, un ligneo laocoonte
mette le spalle sotto l’immensa nube. raffiche taglienti
dal promontorio. urlando, la voce si sforza
di trattenere le parole nei confini del senso.
torrenti di pioggia: corde ritorte sferzano i monti
come clavicole ai bagni turchi.
dietro avanzi di colonne il medinverraneo
si muove – salata lingua dietro i denti rotti.
il cuore inselvatichito continua a battere per due.
in alto mare i pesci che non pigliano i dormienti.
sta immobile il domani dopo l’oggi
come dopo il soggetto il predicato.

iosif  brodskij

in…

cieli.2014©salvatoremarrazzo

indisciolta
insospesa
incompleta sto.
attaccata al tuo corpo suadente,
costretta da te alla terra.
i miei atomi danzano
musica dell’eterno fuoco
tormentati nella profonda
essenza come contrabbasso
percosso
pizzicato
pigiato sta.
attaccato alla sua anima terrena
costretto ad una umana stampella.
elvira peduto

una fine

mare.2014©salvatoremarrazzo

cadendo una stella strappava
lembi di cielo nero
per costruirsi un sudario.
all’improvviso un odore si
fece profumo
ed un fiotto di mare azzurro
l’unica meta possibile
in cui spegnersi.
elvira peduto

gineceo

cieli.2014©salvatoremarrazzo

in perpetua afflizione giriamo attorno
alle mure altissime del gineceo

tra le donne qualcuna c’è che canta
indoviniamo le loro abluzioni di lacrime

i loro occhi dalle grate ci spiano
le loro mani ci gettano ritagli d’unghie

torsoli di mela monete dentini guasti
gusci di arachidi ditali fili

pezzetti di carta con macchie e graffi
dove nulla è leggibile e dove tutto
illumina
guido ceronetti

concludendo

pigeons.2014©salvatoremarrazzo

vivo sull’acqua,
solo. senza moglie nè  figli.
ho circumnavigato ogni possibilità
per arrivare a questo:

una piccola casa su acqua grigia,
con le finestre sempre spalancate
al mare stantio. certe cose non le scegliamo noi,

ma siamo quello che abbiamo fatto.
soffriamo, gli anni passano, lasciamo
tante cose per via, fuorché il bisogno

di fardelli. l’amore è una pietra
che si è posata sul fondo del mare
sotto acqua grigia. ora, non chiedo nulla

 

alla poesia, se non vero sentire:
non pietà, non fama, non sollievo. tacita sposa,
noi possiamo sederci a guardare acqua grigia,

e in una vita che trabocca
di mediocrità e rifiuti
vivere come rocce.

scorderò di sentire,
scorderò il mio dono. è più grande  e duro,
questo, di ciò che là passa per vita.
derek walcott

passerà

cloud.2014©salvatoremarrazzo

ero là
ho aspettato
che accadesse
poi una lunga pioggia
dietro l’angolo
si son chiuse
le mani
ho aspettato
che partissi
per varchi
di luce
contavo
i tuoi passi
uno a ad uno
mi chiedesti
quale parola?
-  passerà -
ho aspettato
che restassi
ma è dura
l’inversione
del mare
ho aspettato
ho aspettato tutte le attese
ma tu non c’eri
mai
adesso non aspetto
più nulla
nasco ogni giorno
e ogni notte
manco

s.m.

compartimenti stagni

resti.2014©salvatoremarrazzo

siamo compartimenti
stagni
navi che girano
senza mare
isole senza
incanto
arbusti di voci
trafitte
siamo saliva
che esige
l’inferno
s.m.

rinuncia

frammenti.2014©salvatoremarrazzo

rinuncia alla mano dell’amica,
la sosta assurda della mano
nel giro di altre dita:
solo l’inferno è onesto.
ferma la mano gagliarda
contro l’impeto del sangue;
distogli dal docile profilo
il dubbio dello sguardo: nega
l’elusiva sosta di un dialogo di frode,
segna con l’unghia, saldo,
il segno della fine. sdraiati
nel centro dell’inferno,
riconosci i confini
del girone astratto, conclusivo.
non cedere ai cattivi sillogismi
d’una divinità qualunque:
solo l’inferno è onesto.
giorgio manganelli