non ho sbagliato abbastanza

sotirios_portrait.2016©salvatoremarrazzo

non ho sbagliato abbastanza. avrei dovuto insistere
un po’ di più, dimostrare una maggiore
diligenza, laboriosità. affinare
il mio talento innato da malvivente,
i colpi bassi sotto la cintura. sfruttare
la mia faccia sorridente
per distruggere tutti e non ricevere poi
questa ostia del perdono.

no, non ho peccato abbastanza, lo ammetto.

sotirios pastakas

 

XXXIV

luce bianca.2016©salvatoremarrazzo

in quali eterni vigneti
scoscesi a dirupo e dai vitigni
ritorti, quasi inginocchiati
di fronte quale astrale, fluttuante
isola di cipro, a quale catena di atlante
con quali uve dagli acini colore
della polvere d’oro o rossi come
sangue già da molto raggrumato

all’inizio del tempo tu hai vendemmiato,
luce?
giuseppe conte

 

l’uomo che rideva

sotirios.2016©salvatoremarrazzo

a primo acchito. stampa ottima:
carta originale kodak, colori vividi,
angolo di ripresa e luce giusti.
che io mi riconosca in questo
scarto è fuori d’ogni dubbio. ma
l’oscurità con fissa dimora nei miei occhi
è uscita color castano, il vortice della bocca
si è fermata a due labbra rosse, l’ordinata
pettinatura non corrisponde al disordine dei miei pensieri
e questa faccia sorridente
- come dirvelo? – è ingannevole e falsa,
miei cari amici.

sotirios pastakas

 

c’è una dolcezza

gelsomini©2016salvatoremarrazzo

c’è una dolcezza giù nella vita
che non cambierei con niente

di ciò che appartiene al cielo.
e quando chissà da che, perché cominciamo

tra due bocche estranee sino ad allora
i miracoli tiepidi d’aurora

dei baci

giuseppe conte

 

 

la Bellezza esiste

foglia.2016©salvatoremarrazzo

nel becco giallo-arancio di un merlo
in un fiore qualunque
nell’orizzonte perduto e lontano del mare
la Bellezza esiste
è un mistero svelato
un segreto evidente
la vita
la Bellezza esiste
e non ha paura di niente
neanche di noi
la gente

gianmaria testa

 

mondi perduti

cosmogonia.2016©salvatoremarrazzo

i nostri corpi fotovoltaici
brilleranno in eterno
di luce stellare
illuminando
cicli inesauribili d’amanti
che si contemplano
in adorazione del sé immortale
astri in fuga verso l’origine
destinati a sostituirci
per illudere ancora
altri amanti in attesa
sulle rampe cieche della notte
quando chiarore morto
ci spegneremo in silenzio
nel grembo cosmico
della madre universale
pura energia in un’eco remota
senza nome né fine
mauro macario

 

un grido, un grumo, un taglio

fontana.2016©salvatoremarrazzo

un grido, un grumo, un taglio
una folata, un’aurora
l’acqua che sogna la luna
il seme che sogna il grembo
voragine senza fondo
vertigine senza tempo
è tale la parola
che cerco per te, mia vita,
un grido, un grumo, un taglio
quando pensando deraglio
nel fervore della luce,
nella musica di cristallo
delle origini.
così, senza limiti.

giuseppe conte

 

la matematica

orchidea.2016©salvatoremarrazzo

il matematico bo sta per andare in aereo,
ma il matematico bo ha molta paura del volo.
il matematico bo teme che possa accadere il caso,
che sull’aereo suo qualcuno metta una bomba.
il matematico bo sta per rinunciare al viaggio,
quand’ecco la matematica gli porta aiuto d’un tratto
e il matematico bo lieto s’avvia all’aereo,
dopo aver ficcato una bomba nella valigia!
sa il matematico bo che la probabilità che sullo stesso aereo
di bombe se ne trovino due equivale a zero.

sinan gudžević

la tua bellezza ardente

mare2016©salvatoremarrazzo

ritornerò in punta di piedi
stando attenta a non svegliare morti o viventi
eccomi ritornata al paese dell’origine
là dove tutto è cominciato
paese della luce primordiale
paese degli uomini che pagano un prezzo esorbitante
per vivere liberi
e morire in piedi come gli alberi fiammeggianti

siamo nati da questa terra rossa
siamo fatti di questa pietra bianca
accarezzata da un sole trionfante
coi cipressi che montano di guardia
nell’immensità blu ed i campi di olivi tutt’intorno

dove comincia il cielo
dove finisce il mare?
come dimenticarti quando si è immersi
nel tuo blu infinito?
di generazione in generazione
canteremo la tua bellezza ardente
negli effluvi di arancio e di gelsomino.
olivia elias

 

dunque l’inverno

neve.2016@salvatoremarrazzo

dunque l’inverno
il vorticare della vista al gelo delle distanze
l’idea di un tempo cavo mentre infuria la profezia
come canto che muove un altro canto
e la veggenza di chi dalla panchina
farà a meno di un colore alla volta fino all’ombra
fino alla fantasia d’essere cieco
la notte che lucia si leva gli occhi
e la cosa e il pensiero
infuocano di sé il minuto stesso
per aggiungere giorno al giorno dopo
giorni che torneranno uno alla volta al mondo
piccolissimo luogo della mente
dove il mito si placa e si realizza

silvia bre