baratro

untitled 2010. copyright salvatore marrazzo

baratro
amico mio
scalerò al contrario
le tue pareti.
seguirò le ragioni
in lotta con la paura.
sarò il futuro
che scivola.
sarò finalmente
il tuo contrario.
enzo ragone.

precipitati in volo

untitled 2010. copyright salvatore marrazzo

precipitati in volo
caduti
nell’unico pianeta
in cui c’è vita.
dimenticati dal cielo
e cacciati nell’infinito.
siamo costruttori di ali,
che come protesi,
in sogno, attacchiamo al corpo.
siamo orfani del vento.

enzo ragone. poesie dell’amore migratore. avagliano editore

treviglio poesia – concorso fotografico in memoria di alda merini – foto finalista

senza titolo 2010. copyright salvatore marrazzo

pensiero, io non ho più parole.
ma cosa sei tu in sostanza?
qualcosa che lacrima a volte,
e a volte dà luce.
pensiero, dove hai le radici?
nella mia anima folle
o nel mio grembo distrutto?
sei così ardito vorace,
consumi ogni distanza;
dimmi che io ritorca
come ha già fatto orfeo
guardando la sua euridice,
e così possa perderti
nell’antro della follia.

alda merini, fiore di poesia 1951-1997, einaudi

photobiennale thessaloniki

TUESDAY 20 APRIL
Imagine a new world Imola Balogh (HU), Vladimir Bazan (FR), Vincent Bitaud (FR), Alexander Boyd (UK), Sven Buschmeier (GER), Vincent Catala (FR), Ceslovas Cesnakevicius (LT), Olivier Fermariello (GE), Marina Filipovic (CR), Andreas Fragel (GE), Marcus Georg (GE), Salih Guler (TR), Daniel Halasz (HU), Erik Heinitz (GE), Alejandra De Rivas Hermosilla (SP), Quinn Jacobson (GE), Mathew Jonath (SW), Marija Kablytė (LT), Ariana Kanonenberg (GE), Dan Lavric (RO), Angelika Lindenbeck (GE), Rok Lipnik (SI), Salvatore Marrazzo (IT), James Naylor (GB), Attila Nyeki (HU), Minas Papadopoulos (GR), Reiner Riedler (AU), Simon Roberts (UK), Daniela Sultana (MA), Balázs Szabó (HU), Jakub Vlcek (CH), Ina Weißflog (GE), Katja Wittig (GE)
Organization: European Commission of the European Union
Cultural Centre of Municipality of Thessaloniki (Grigoriou Lambraki & Kleanthous str., tel. 2310 425.531)
Opening hours: Tu- Fr 10.00-14.00, 18.00-21.00, Sa 18.00-21.00, Su 10.00-14.00
Duration: 20/04-09/05 Opening: 28/04, 20.00
In co-operation with the Municipality of Thessaloniki – Department of Cultural Affairs and the Municipal Gallery of Thessaloniki

se dai mari lontani

se dai mari lontani
ritornassi verso la mia isola di solitudine,
ai tuoi piedi ridurrò in frantumi l’orologio e
la bussola.
e con la legna dei remi
 arderò la tua barca inumidita.
e lontano dall’invidioso sguardo dei pesci,
con latte caldo, laverò il tuo corpo.
quando la cascata argentea della tua chioma
scorrerà sulla nudità del tuo corpo,
e i tuoi occhi inumiditi
mi faranno rivivere la reminiscenza
delle erbe bagnate d’aprile,
allora ti dirò:
amore,
è una cosa immensa.
come la stella,
prima dell’astronomia.

kiumars monshi zadeh

untitled 2009.copyright salvatore marrazzo

quietati

quietati erba dolce
che sali nella terra,
non suonare la tenera armonia
delle cose viventi,
mordi la tua misura
perché il mio cuore è triste
non può dare armonia.

quietati erba verde
non salire sui fossi
col tuo canto di luce,
oh rimani sottoterra
nuda dentro il tuo seme
com’io faccio e non do
erba di una parola.

alda merini da “la terra santa”

senza titolo 2009. copyright salvatore marrazzo

capri

capri 2010. copyright salvatore marrazzo

giorno dopo giorno scosceso mi stai davanti al cuore,
monte, rupe,
luogo selvaggio di varchi negati: dio, nel quale in solitudine
io salgo e cado ed erro…, giorno dopo giorno ricalpestando
in cerchio le mie orme di ieri.
talvolta crocevia mi afferra il vento, indicatore,
mi getta là dove inizia un sentiero,
o un tratturo mi assorbe nel silenzio.
ma la tua soverchiante volonta?
fonde insieme i sentieri come allume,
finchè, quasi vecchi solchi inconsistenti,
si perdono nel grigio dell’abisso…

lasciami, con gli occhi chiusi, lasciami,
come se gli occhi fossero inghiottiti, lasciami
aspettare sul tuo ciglio, le spalle ai colossi rivolgendo,
che la vertigine nella quale trascorro
i miei sensi rapiti
riponga al loro posto.
dunque tutto si muove dentro me? nulla c’è di fermo,
che insista sul diritto
del suo peso?
la mia parte più inquieta e la migliore…
e implacabile il gorgo con sè le porta
giù nel profondo…

volto mio volto:
di chi sei tu? sei volto
per quali cose?
come puoi essere volto per un Dentro così,
dove perennemente l’iniziare
col disciogliersi s’addensa?
ha un volto il bosco?
il monte di basalto non si innalza
lì senza volto
dal suo fondo?
non vi si specchia il cielo,
senza fonte, senza bocca, senza mento?

non ti avvicinano a volte gli animali
come se pregassero: prendi il mio volto?
per loro è un peso,
troppo dentro la vita trattengono col volto
il poco d’anima che hanno. e noi?
animali dell’anima, stravolti
da tutto dentro noi, a nulla preparati,
non ancora, noi anime
pascolanti,
non imploriamo di notte l’assenziente
per il non- volto
che appartiene alla nostra oscurità?

mia oscurità, mia oscurità, ecco, son quì con te,
e fuori tutto passa oltre;
e io vorrei che come a un animale mi crescesse
una voce, un grido unico
per tutto-. d’altronte a che mi giova il numero
delle parole – sopravvengono e fuggono -
quando un suono d’uccello, mille e più volte,
gridato e gridato di nuovo,
fa tanto vasto un minuscolo cuore e una sola cosa
con il cuore dell’aria, con il cuore del bosco
e così chiaro e così udibile per Lui…
che sempre, non appena albeggia,
ascende: rupe precipite.
e se sopra al mio cuore accatasto il cervelloe sopra ancora
il mio anelito e il mio essere soloo:
come resta piccolo tutto,
perchè Lui lo sovrasta.

improvvisazioni dall’inverno caprese. r.m.rilke

insonnia

sotirios pastakas. foto salvatore marrazzo

insonnia is running behind me
and I am running to dodge it.
the more I run the more I recollect
and the more I recollect the more
I can’t sleep.
sotirios pastakas

c’è qualcosa

untitled. copyright salvatore marrazzo

c’è qualcosa, ormai, che non funziona nell’uomo
o è stato sempre così?
forse è stato sempre così e non ci accorgiamo.
l’uomo non trasmette l’esperienza nè la natura
si corregge. tutto va avanti come se niente in
passato fosse accaduto. ripetiamo gli stessi
errori solo che non siamo gli stessi.

i critici di poesia

untitled. copyright salvatore marrazzo

perchè i critici di poesia
non scrivono poesia
giacchè sanno tutto della poesia?

sapessero,
forse preferirebbero scrivere poesia che di poesia.

i critici di poesia sono come i vecchi.
anch’essi sanno tutto dell’amore.
quello che non sanno è fare l’amore.
izet sarajlic