untitled 2010. copyright salvatore marrazzo
di che altro viviamo qui sulla terra se non di immagini?
dove altro si svolge se non in loro la nostra autentica giornata,
non misurabile con il passo gretto e impacciato delle lancette?
le sappiamo, le teniamo ben salde, anche quando lo specchio
si intorbida offuscandone i contorni.
paola capriolo
untitled 2010. copyright salvatore marrazzo
… all’inizio era convinta che un essere vivente vuol vivere, che la vita è meglio della morte, ma poi ammise che un dubbio aveva minato quella convinzione. un’ ammissione importante, perché accompagnata da quest’altra: «ho fatto di tutto per dimenticare quel buco, quel vuoto, quel sentirsi inutili con tutto inutile intorno, annegati in un mare di inutilità». vede, anna concordava con me, e io concordavo con lei, che non c’è linguaggio comune fra chi possiede l’amore di vita e chi l’ha smarrito.
daniele pugliese. sempre più verso occidente e altri racconti, 2009 baskerville
www.danielepugliese.it
Visioni dell'amarezza
«visioni dell’amarezza» è la mostra che corre online all’indirizzo www.visionidellamarezza.it e rappresenta una nuova forma espressiva in cui alle fotografie in bianco e nero di salvatore marrazzo sono abbinate le parole di daniela mugelli in un richiamo di forte impatto emotivo. forme solo apparentemente diverse di espressione e messaggio: specchio del dolore è una natura e una parola intrise di disillusione, un deserto in cui delusi e traditi non si aspetta nulla. più nulla. nulla e nessuno. il ritmo di immagini e versi si fa comune, teso se non all’annullamento, almeno alla sospensione del dolore.
ordinabile su www.ali-edizioni.com
untitled 2010. copyright salvatore marrazzo
in questo letto
isola di lago
annego sognando oceani
in questo letto
brulla scacchiera
la regina gioca sola col cavallo
ripetuto un lenzuolo turbante mi avviluppa
pensieri d’amore e nostalgie di reggia
drappo bianco di lino che si gonfia come una vela
e mi trasporta in un paese di calde sconosciute fantasie
ma quando cala il vento
il bianco pare evaporare
e lascia spazio solo al fresco e buio bramato vuoto del deserto
daniela mugelli
senza titolo 2010. copyright salvatore marrazzo
io non sono nessuno! tu chi sei?
anche tu – sei – nessuno?
bene allora saremo in due!
ma non dirlo a nessuno!
ci caccerebbero – e tu lo sai!
che orrore – essere – Qualcuno!
che volgarità – come una rana -
che ripete il suo nome – tutto il mese di giugno -
a un pantano che la sta ad ammirare!
emily dickinson
untitled 2010. copyright salvatore marrazzo
…gli eredi dei grandi del novecento ci sono. appartengono ad un élite molto ristretta e anagraficamente non va al di là della soglia di quelli che oggi hanno sessant’anni: tabucchi, de luca, vassalli, del giudice e sul versante femminile paola capriolo. al di sotto di quella generazione che non si può definire propriamente giovane, è paraletteratura. i veronesi e gli ammanniti sono persone rispettabilissime ma con la letteratura non hanno molto a che vedere.
…la critica letteraria vera non esiste più. un tempo uscivano gli articoli di personalità come emilio cecchi e enrico falqui, che erano dei punti di riferimento.
l’unico premio che fa vendere libri è lo strega. ma dei 400 votanti dello strega di cui faccio parte da 35 anni, 130 sono funzionari di case editrici con le rispettive mogli. …nella giuria del campiello invece ci sono un sociologo, un’operatrice artistica e un critico d’arte che di libri ne sanno come io ne so di sociologia, di critica artistica e di mostre d’arti figurative.
… la parola oggetto forse è un po’ eccessiva. io direi che il libro, inteso come opera letteraria, in questo società sta diventando una delle tante forme di intrattenimento in cui trastullarsi.
… invece la letteratura è specchio della vita, è una cosa enormemente seria, altrimenti non varrebbe la pena che ci fossero cattedre universitarie e facoltà in cui si formano i giovani a studiarla. ora siamo davanti a una specie di melassa in cui la letteratura, la televisione, l’informazione giornalistica e il cinema si equivalgono.
untitled 2010. copyright salvatore marrazzo
e così mi parlò Abdullah
sulla menta si effonde
sulla roccia si effonde
sotto il ponte si effonde
la luce dell’amore
e disse
la menta fiorisce nella menta
la roccia riposa nella roccia
il ponte si estende nel ponte
e nell’infanzia mette radici la radice
io però ribattei
la luce mi proietta nella menta
la menta mi fa fiorire nella roccia
la roccia mi radica nel ponte
e il ponte si estende
da meridiano
a meridiano
adel karasholi
danza sul filo 2010. copyright salvatore marrazzo
e così mi parlò Abdullah
l’ignoto è alla tua destra
e l’ignoto è alla tua sinistra
perché stai danzando su un filo
e disse
la domanda è d’intralcio per la domanda
così pure la risposta per la risposta
perché stai danzando su un filo
e disse
né l’Oriente è Oriente
né l’Occidente è Occidente dentro di te
perché stai danzando su un filo
e disse
chiudi gli occhi
e corri più veloce che puoi
perché stai danzando su un filo
adel karasholi
untitled 2010. copyright salvatore marrazzo
ma ogni autentico ulisse contemporaneo deve indossare, più che
la casacca del marinaio, la vestaglia da camera, e avventurarsi in
una biblioteca, oltre., – o più – che fra isole sperdute; l’ulisse odierno
deve essere esperto della lontananza del mito e dell’esilio della
natura, dev’essere un esploratore dell’assenza e della latitanza
della vita vera.
claudio magris.
isola 2010. copyright salvatore marrazzo
ci prendono per navi e siamo isole.
intricate, deserte , che tesori
possiamo offrire a quelli che non giungono?
la nostra costa è dura. il nostro faro
di voce anzichè luce
non attira, spaventa
e nessun marinaio perduto nella notte
toccherà le spiagge nostre dove ancora
fanno male le orme di quel naufrago
che sapeva del nostro deserto.
la notte, ogni notte, ci promette e ci nega
la strada del ritorno, il tornaviaggio,
l’amore che ci salvi da noi stessi
e la parola che sia detta per sempre.
ci sono in noi alberi senza nome
stanchi di far ombra e crescere da soli.
coloro che non partono ma soffrono
di sete di scogliera, amano i porti,
salpano nel sonno, cercano un’altra sete
per appagare la prima, ci osservano,
ci vedono come navi, felici.
siamo isole.
juan vicente piqueras