erri de luca. 2011 copyright salvatore marrazzo
le città scrivono sulle facce dei cittadini, anche poco, una parola sola. per esempio su quella di vojka, sarajevo ha scritto solamente: “aspetta”. e lei ha obbedito mantenendo la sua bellezza sotto i capelli bianchi, per ordine di una città che le nega il diritto d’invecchiare. sulla tua ha voluto scrivere alla russa “zmi” (“stringi”) ed è venuto fuori il tuo sorriso. se ti avesse detto di sorridere tu l’avresti mandata al diavolo. ma la città non voleva quello da te, voleva invece i versi di uno che non si è fatto sradicare dal campo, voleva i versi di assedio, di concime per i fiori di gennaio: perché il mandorlo sei tu, izet.
tuo erri
erri de luca
maram al-masri. 2010 copyright salvatore marrazzo
ho creduto
che fossero i tuoi passi
i battiti
accellerati
del mio cuore…
maram al-masri
untitled 2011. copyright salvatore marrazzo
al sole sul mio letto dopo l’acqua
al sole e all’enorme riflesso del sole sul mare
sotto la mia finestra
e ai riflessi e ai riflessi dei riflessi
del sole e dei soli sul mare
negli specchi
dopo il bagno il caffè le idee
nudo al sole sul mio letto abbarbagliato,
nudo solo demente
io!
paul valéry
untitled 2011. copyright salvatore marrazzo
come un naufrago incolume mi volgo
e vedo, inteneriti dal passato,
alle mie spalle, oceani di rare
viole, di silenziose primule.
è già un sogno lontano più del cielo
il paesaggio di germogli azzurri
che il trasparente aprile intiepidiva.
il tempo è dileguato senza moto:
le farfalle che volano pudiche,
i fiori violenti, l’irta quiete…
e so ancora atterrirmi ad un accento
che disaccordi con la fioca musica
dei campi? alzare il capo, puerilmente,
angosciato dai baratri celesti
tra i veli tranquilli delle nuvole?
se l’iroso usignolo nell’azzurro
arido, esala i suoi canti diurni,
lo ascolto ardente, ma non ho speranza.
io non sogno, son veglio…
pier paolo pasolini
untitled 2011. copyright salvatore marrazzo
non popolo arabo, non popolo balcanico, non popolo antico
ma nazione vivente, ma nazione europea:
e cosa sei? terra di infanti, affamati, corrotti
governanti impiegati di agrari, prefetti codini
avvocatucci unti di brillantina e i piedi sporchi,
funzionari liberali carogne come gli zii bigotti,
una caserma, un seminario, una spiaggia libera, un casino!
milioni di piccoli borghesi come milioni di porci
pascolano sospingendosi sotto gli illesi palazzotti,
tra case coloniali scrostate ormai come chiese.
proprio perché tu sei esistita, ora non esisti,
proprio perchè fosti cosciente, sei incosciente.
e solo perché sei cattolica, non puoi pensare
che il tuo male è tutto male: colpa di ogni male.
sprofonda in questo tuo bel mare, libera il mondo.
pier paolo pasolini
untitled 2011. copyright salvatore marrazzo
il tempo avvilisce vramente tutto,
anche le rose.
non entrate vi prego. dentro
non trovereste che ortiche, erbe
selvatiche pungenti, vecchie
ossa che sembrano sassi, barattoli,
vele che non volano più.
così è per tutti
gli uomini che non furono santi.
consolatevi altrove.
è vero. in fondo all’orto
ho sepolto i miei cari.
dietro è la selva delle parole inutili
e passo le mie notti a contare le stelle.
quella fiammella è un fuoco fatuo?
invece non è vero niente.
io tengo la chiave d’una grande valle.
in cima rupi altissime e i piani
prima sassosi, poi verdi digradanti
e boschi campi prati
e vigne dentro le ombre azzurre
e in fondo le scogliere sprofondano nel mare
e sopra il mare volano le farfalle.
fausto melotti
untitled 2011. copyright salvatore marrazzo
la sensibilità in proporzione alla statura. pensiamo sensibilissimo l’uomo, e poi in scala: i cani, i gatti, gli uccelli, le tartarughe, gli insetti che schiacciamo tranquillamente senza rimorso. perchè? un fungo atomico che divora una regione è una grande tragedia. alla stesso modo una metropoli di formiche, operai laboriosi, eroici soldati, cittadini esemplari, un formichiere la fa sparire in un baleno. l’universo è tanto grande e non si accorge di nulla.
fausto melotti
untitled 2011. copyright salvatore marrazzo
lo scintillio
l’altra parte del cielo
la terra
e io.
georges bataille