untitled. 2011 copyright salvatore marrazzo
andava solo, qualunque altro accanto gli avrebbe sparigliato
la solitudine. andava per desiderio di staccarsi dal campo,
dalle voci, saliva per allontanamento.
a chi gli chiedeva cosa aveva visto, sentito, se il cielo era per
caso più vicino, rispondeva di no, ch’era più vuoto, senz’ali
senza polvere, né fumo.
erri de luca
erri de luca. 2011 copyright salvatore marrazzo
non è traguardo una cima, è sbarramento.
lì sperimentava la vertigine, che in lui non era il risucchio
del vuoto verso il basso, ma affacciarsi sul vuoto dell’insù.
lì sulla cima percepiva la divinità che si accostava.
lassù si avvolgeva di vento. una sommità senza urto
di masse d’aria addosso è spaventosa.
perchè l’immenso sta trattenendo il fiato.
erri de luca
untitled. 2011 copyright salvatore marrazzo
se potrò scordare di te
si dovrà scordare di me
la mano che scrive le lettere
la destra del martello
e del palmo di fionda.
se potrò scordare di te
s’attaccherà la lingua
alla sella del palato,
la lingua dei fischi alla notte
e dei baci alla pelle
leccata come una capra il sale.
s’attacchi lingua a mascella
se non ti salirò
in cima all’allegria.
erri de luca
untitled. 2011 copyright salvatore marrazzo
chi ha steso braccia al largo
battendo le pinne dei piedi
gli occhi assorti nel buio del respiro,
chi si è immerso nel fondo di pupilla
di una cernia intanata
dimenticando l’aria, chi ha legato
all’albero una tela e ha combinato
la rotta e la deriva, chi ha remato
in piedi a legni lunghi: questi sanno
che le acque hanno volti.
e sopra i volti affiorano
burrasche, bonacce, correnti
e il salto dei pesci che sognano il volo.
erri de luca
untitled. 2011 copyright salvatore marrazzo
io detesto proferire insegnamenti, comandi, divieti.
soprattutto in arte.
ho l’impressione e la coscienza tragica
che in un’epoca come questa d’incubo,
di consumo generale santificato, della produzione
della comunicazione
della tecnica e della politica onnipotenti,
il mondo giri e girerà solo,
estraneo alla voce dell’ARTE
e perfino suo malgrado e contro di essa,
e che il potere appartiene alle POTENZE MATERIALI
nemiche dell’arte e dell’anima umana.
tadeusz kantor
untitled. 2011 copyright salvatore marrazzo
quando il sole infine splende a novembre
splende così forte
che persino i ciechi trasalgono
nel sentire lo schianto delle loro ombre.
henrik nordbrandt
rose. 2011 copyright salvatore marrazzo
ovunque ci volgiamo nella bufera di rose,
la notte è illuminata di spine, e il rombo
del fogliame, così lieve poc’anzi tra i cespugli,
ora ci segue alle calcagna.
ingeborg bachmann
gatta nera. 2009 copyright salvatore marrazzo
un occhio umano, di vecchio, guarda, riflette, interroga il secolo in cui si è illuminato
di miserie e di destini, in cui la domanda unde malum e una particella di Amore Infinito gli hanno tracciato una via.
durante una sosta gli appare questo enigma: << che cos’è un vero occhio? il monaco non rispose>>.
guido ceronetti
guadalupe grande. 2011 copyright salvatore marrazzo
liverpool non esiste.
questo sa la donna che si siede dietro i vetri dell’aeroporto a veder passare il fiume mersey,
un fiume che assomiglia alla misericordia ma lungo il quale non risaliranno i salmoni: non arriveranno al torrente, non attraverseranno il tunnel dell’orso, non deporranno uova sulla
cieca obbedienza delle bussole.
perché liverpool non esiste, sul fiume mersey galleggia il guscio di noce in cui naviga il suo
dente da latte.
galleggia la matriosca, incinta di sé stessa, galleggia ancora e ancora fino alla sua ultima bambola, minimo racconto d’infanzia, infinito racconto della sublimazione.
galleggia l’ala dell’albatro e sorvola il gabbiano e la cera di icaro è adesso ruggine nel limo.
dall’altra parte del canale, sul fiume mersey, galleggia lo scarabeo della vita sui denti del gatto del
cheshire, vale a dire, una foglia sopra la sua ombra, un cerino nel vuoto della fiamma, una piuma
nel guscio, e la sua vita in una carta senza bottiglia.
poco importa ormai che liverpool non esista.
chi ha messo un piatto di latte al gatto, chi ha saputo vedere l’albero all’ombra della foglia e non dargli fuoco,
e chi raccoglierà l’inchiostro con la piuma del merlo che qualche volta attraversò un giardino, chi per scrivere dove, per scrivere cosa.
e galleggia il souvenir africano, splendore della pietra che oggi è rovina,
pelle nuda in transito che qui si converte in luminosa vertigine degli indumenti.
ma questo legge lei oggi nel fiume mersey, e si chiede chi ha avuto misericordia delle caviglie,
chi delle pupille degli gnu dove abitavano le gazzelle, dei fiumi che straripano dal loro letto.
colui che si è messo il cappotto e ha attraversato la città che non esiste.
questo guarda oggi nel fiume mersey.
alla fine, tutto ciò che non esiste è una mappa dell’altra sponda.
per questo, oggi, liverpool non esiste, dall’altro lato dell’acqua. dall’altra parte del vetro.
guadalupe grande
francisca aguirre. 2011 copyright salvatore marrazzo
la notte è con me.
dopo un giorno dal cielo torbido e ragnato
ho guardato d’un tratto alla finestra
e ho visto il nero incendio.
come è irreale e sorprendente a volte ciò che conosciamo.
in quale modo strano di colpo siamo vivi.
in quale modo subdolo e pacato
di colpo siamo morti.
qualcuno che in quest’ombra mi denunci,
qualcuno che in questa notte mi difenda,
qualcuno che mi faccia da garante,
qualcuno che mi pieghi alla sua impotenza,
qualcuno, un volto, ma subito.
francisca aguirre