vorrei

luna. 2012 copyright salvatore marrazzo

vorrei parlarti
dirti di te di me del mare
ma questo non basta
vorrei guardarti
nel cielo sereno che porti addosso
ma questo non basta amore
vorrei darti tutto di me
o quel poco che resta
ma ti giuro non basta
amore mio
vorrei portarti via
dove non ci sono affanni e viltà
ma questo non basta
vorrei vedermi morire per te
e questo non serve
amore mio
allora vorrei solo toccarti le dita
e volare
ridere e dimenticare
leggere di te
sederti accanto
forse solo questo
oggi mi basta
amore mio
beppe costa

del gioco degli scacchi

libro. 2011 copyright salvatore marrazzo

non so se ci fosse la pioggia o un lieve vento
quando le ceneri dei libri della Biblioteca
invasero la città col loro implacabile velo
e che tempi sono mai questi in cui chi piange i libri
distrutti non è umano perché non c’è pietà che basti
ai vinti e ai vincitori orgoglio ma solo morte
che si posa sopra morte strato dopo strato dopo strato
per un’infinità di eterni giorni ed infernali.

spesso incontriamo nelle piazze vecchi giocatori
che si misurano in pubbliche sfide agli scacchi
ma tra i grandi pezzi di legno o di plastica
una cavallo un pedone il re perfino sono stati
sostituiti con barattoli o bottiglie vuote
mii domando con che cosa sostituiranno i libri
le mogli le madri i figli con cosa continuerà
la partita chi eviterà lo stallo del futuro.
giancarlo cavallo

il ballo

untitled 2012. copyright salvatore marrazzo

finché non si sa nulla di certo,
non essendo arrivati segnali,

finché la terra continua a essere diversa
dai pianeti più vicini e più lontani,

finché non c’è neanche l’ombra
di altre erbe onorate dal vento,
di altri alberi incoronati,
di altri animali dimostrati come i nostri,

finché non c’è eco, tranne quella del posto,
capace di parlare con le sillabe,

finché non si hanno nuove
di mozart migliori o peggiori,
di edison o platoni in qualche luogo,

finché i nostri crimini
possono rivaleggiare soltanto tra loro,

finché la nostra bontà
per adesso non è ancora simile a nessuna,
ed è eccezionale perfino nell’imperfezione,

finché le nostre teste piene di illusioni
passano per le uniche teste piene di illusioni,

finché solo dalle nostre volte palatine
si levano grida agli alti cieli -

sentiamoci ospiti speciali e distinti
nella balera del posto,
balliamo al ritmo dell’ orchestrina locale
e ci sembri pure
che sia il ballo dei balli.

non so gli altri -
per essere felice ed infelice
a me basta e avanza questo:

una dimessa provincia
dove anche le stelle sonnecchiano
e ammiccano nella sua direzione
non significativamente.

wislawa szymbrowska

un appunto

 

untitled 2012. copyright salvatore marrazzo

la vita – è il solo modo
per coprirsi di foglie,
prendere fiato sulla sabbia,
sollevarsi sulle ali;

essere un cane,
o carezzarlo sul suo pelo caldo;

distinguere il dolore
da tutto ciò che dolore non è;

stare dentro gli eventi,
dileguarsi nelle vedute,
cercare il più piccolo errore.

un’occasione eccezionale
per ricordare per un attimo
di che si è parlato
a luce spenta;

e almeno per una volta
inciampare in una pietra,
bagnarsi in qualche pioggia,
perdere le chiavi tra l’erba;
e seguire con gli occhi una scintilla nel vento;

e persistere nel non sapere
qualcosa d’importante.

wislawa szymborska

poesia come un albero

untitled. 2010 copyright salvatore marrazzo

…per me la poesia è qualcosa di molto naturale e direi che a tutt’oggi la definizione più convincente della poesia, dell’arte in generale, rimane quella di aristotele, cioè una imitazione della natura. non una imitazione nel senso di fare dei quadretti ( che poi non imiterebbero nulla, sarebbe un qualcosa di raggelato, di inerte ) ma nel senso di ripetere in noi il procedimento della natura.
la poesia è qualcosa di organico, di vivo, qualcosa che ha un seme da cui spuntano delle radici, uno stelo, un fusto, delle foglie, un fiore e un frutto. proprio l’immagine dell’albero è per me quella che meglio rende l’idea di cos’è un poeta, o un artista in generale.

… io dissi semplicemente che per me i poeti erano come gli alberi. tutti affondavano la radice nella terra, la nostra madre comune. tutti avendo degli elementi diversi, perché erano stati voluti dalla natura con possibilità diverse sceglievano dalla stessa terra dei succhi diversi, quelli che più si confacevano a loro. perciò, accanto ad un giuggiolo o ad un nespolo si poteva trovare benissimo un rovo, tutti radicati nella stessa terra: ciascuno ne aveva scelto le sostanze che avevano contribuito a farlo giuggiolo, nespolo o rovo, l’importante era che desse dei buoni frutti, qualunque pianta fosse. era inutile mettersi a dire:<< la poesia dev’essere così, o dev’essere in quest’altro modo>>. sarebbe stato come dire << tutti gli alberi dovranno fare susine>>. i susini le faranno, ma i peri faranno le pere, i peschi faranno delle pesche e così via.
margherita guidacci

l’impossibile

untitled. 2012 copyright salvatore marrazzo

non obbedire a chi ti dice
di rinunziare all’impossibile!
l’impossibile  solo
rende possibile la vita all’uomo.

tu fai bene a inseguire
il vento con un secchio.
da te, e da te soltanto,
si lascerà catturare!
margherita guidacci

chi taglia gli alberi taglia la sua stessa vita

selfportrait. 2012 copyright salvatore marrazzo

quando ero bambino mio padre era solito dirmi, << figlio, non tagliare i giovani arbusti verdi tutte le volte che vuoi. ogni volta che lo farai accorcerai la tua stessa vita e morirai lentamente.>>
questo avvertimento mi ha sempre preoccupato, specialmente quando a volte avevo incautamente tagliato qualche giovane albero sul lato della strada con il mio machete.
l’avvertimento di mio padre non era una cosa nuova, ma quello che gli anziani avevano detto fin da tempi remoti. e mio padre che conosceva i loro insegnamenti, li ripeteva a me e ai miei fratelli. ora quando sento parlare di inquinamento, erosione e deforestazione, mi rendo conto del valore di quella vecchia filosofia. queste cose sono i segnali della lenta morte che i nostri avi avevano previsto quando dicevano, << chi taglia gli alberi a suo piacimento accorcia la sua vita>>.
victor montejo

notte bianca

flowers 2008-12. copyright salvatore marrazzo

sirio brilla su in alto. sopra il fiume
il silenzio dal fondo si diffonde.
le colonne dorate che sorreggono
la terra luminosa, come statue sacre,
sono fiamme di acqua.
due ombre perdute nel falò,
due sussurri di pene.
quest’ora è notturna e veritiera:
sirio giudica dall’alto, mentre le ombre
confuse di spavento e miseria,
tacciono per sentir sulle acque calme
la parola e il canto.
josé saramago

ai nemici

adriana giacchetti. 2011 copyright salvatore marrazzo

volete ch’io non pianga, questa sera,
volete che la faccia resti asciutta
se guardo appollaiato a una ringhiera
la Vita dispiegarsi farabutta

nel viale principale come vera
littoria processione di distrutta
fede, di calpestata primavera
da virtù criminali a forza tutta?

luce del desiderio senza fine
è dolore del tempo in cielo d’oro -
se vincono le trame, assassine,

è perché l’amor mio non è più d’oro:
rigagnoli di sangue dalle spine
fortificano forche del dio loro
gianluca paciucci

art

selfportrait 2011. copyright salvatore marrazzo

art is missing home
even when we are at home.
in order to do so, one must be an
expert in delusion.
søren kierkegaard