untitled-black 2013@salvatoremarrazzo
sia lode a Dio per lo spazioso inferno
per l’assenza del sole, la sdentata
fame del vento sulle rosse foglie,
e la lesa querela dei dementi:
per ogni forma prefigurante
la violenza attiva
del ragionevole niente:
per la città sotterranea dagli angoli esatti,
luogo sintetico, oggettivo,
esente da speranza , imperfettibile –
per il suo cielo di rame.
giorgio manganelli
pillow. 2013@salvatore marrazzo
hai sognato un incendio di treni
in una terra triste e triste sei.
è arrivato il momento di scegliere
tra essere canaglia o imparare
senza pace nè rimedio a dividere
la meraviglia con l’umiliazione.
l’età è tutto. uccelli annegati
nella saliva con cui non cantano,
voci senza anima, anime senza semi.
cammini sul ponte di coperta e parli
con passeggeri soli soltanto per te.
l’età è tutto. bisogna vivere in bilico
e lavorare nell’ombra. ogni giorno
pagare il prezzo di restare vivi.
j.v.piqueras
illuminazioni. 2013@salvatoremarrazzo
crollo su di te come uno stormo di uccelli.
e tutto è amore, è magia, è cabala.
il tuo corpo è bello come la luce della terra
nella divisione perfetta dell’equinozio.
somma del cielo racchiuso fra due hangar,
sei l’altezza di tutto e serpeggi
nel favoloso suolo sponsale.
la notte cambia in giorno perché esisti,
femminile e totale fra le mie braccia,
come due mondi gemelli in un solo astro.
ledo ivo
untitled. 2012©salvatore marrazzo
adesso fa notte – fa preghiera.
apre le serrature del silenzio
fa apparire la mappa siderale
e ci inginocchia per quello spazio immenso
fra qui e l’orlo
del cominciamento
quando le spine dorsali
stanno tutte stese.
m.gualtieri
è in sé. 2013@salvatoremarrazzo
è in sé uccello e in sé nido – é in sé
essere e in sé proprietà – in sé
ala e in sé penna – in sé aria e in sé
volo – in sé cacciatore e in sé preda -
in sé vita della preghiera e in sé orante – in sé cercatore,
e in sé cercato – in sé primo e in sé ultimo -
in sé principe e in sé suddito – in sé spada
e in sé guaina – in sé bosco e anche in sè albero
- è in sè ramo e anche frutto – è uccello e nido.
ahmad ghazzali
untitled.2013@salvatoremarrazzo
che stai facendo, figlio?
sogno, madre mia, sogno che sto cantando,
e tu mi chiedi, nel sogno: che stai facendo, figlio?
cosa canti nel sogno, o figlio?
canto, madre mia, che avevo una casa.
e adesso la casa non ce l’ho. questo canto, madre mia.
avevo la mia voce, o madre, e la mia lingua avevo.
e ora non ho né voce né lingua.
con la voce che non ho, nella lingua che non ho,
dalla casa che non ho, io canto la mia canzone, o madre.
abdulah sidran
wave. 2013@ salvatore marrazzo
con un sospiro gli ascensori iniziano a salire
in alti edifici fragili come porcellana.
fuori sull’asfalto si fa caldo il giorno.
i segnali hanno le palpebre abbassate.
la terra una salita verso il cielo.
cima dopo cima, nessuna vera ombra.
voliamo avanti a caccia di te
per l’estate in cinemascope.
e di sera sono un vascello
a luci spente, a giusta distanza
dalla realtà, mentre a terra
nei parchi fluisce l’equipaggio.
tomas tranströmer
tree and sunset. 2012© salvatore marrazzo
la cosa più importante quando cominciammo a scrivere
non era tanto creare versi
quanto nei versi riabilitare l’amore.
su tutto quanto ci circondava aleggiava l’ombra della guerra passata.
era necessario a noi stessi e alla gente intorno a noi
scoprire la bellezza delle mattinate d’inverno,
il valore di un sorriso al finestrino del treno dei gitanti.
era necessario riabilitare tutte le parole dell’uomo
perché da coltello fino a erba
tutte erano macchiate di sangue.
scrivere una poesia
era la stessa cosa che piantare una betulla in un parco a venire
o
istallare un campanello a una porta.
(…)
izet sarajilic
untitled. 2012© salvatore marrazzo
amore
è questo senso d’ali: averle, aprirle,
fendere con il petto un elemento ignoto
finora – e a un tratto divenuto la patria.
come sono lontani il guscio e il bozzolo
a cui credemmo appartenere, il buio
dove crescemmo e dove non faremo
mai più ritorno!
lieta o dolorosa
che sia la nostra ultima sorte, ormai
siamo per sempre segnati dal cielo.
m.guidacci
2012© salvatore marrazzo
vorrei che tu non fossi mai venuta
così nemmeno la notte sarebbe passata.
e vorrei che tu non fossi rimasta
così nemmeno il mattino sarebbe arrivato.
vorrei che non venisse mai l’estate
così l’estate sarebbe sempre in arrivo.
h. nordbrandt