sia lode a Dio per lo spazioso inferno
per l’assenza del sole, la sdentata
fame del vento sulle rosse foglie,
e la lesa querela dei dementi:
per ogni forma prefigurante
la violenza attiva
del ragionevole niente:
per la città sotterranea dagli angoli esatti,
luogo sintetico, oggettivo,
esente da speranza , imperfettibile –
per il suo cielo di rame.
giorgio manganelli