…gli eredi dei grandi del novecento ci sono. appartengono ad un élite molto ristretta e anagraficamente non va al di là della soglia di quelli che oggi hanno sessant’anni: tabucchi, de luca, vassalli, del giudice e sul versante femminile paola capriolo. al di sotto di quella generazione che non si può definire propriamente giovane, è paraletteratura. i veronesi e gli ammanniti sono persone rispettabilissime ma con la letteratura non hanno molto a che vedere.
…la critica letteraria vera non esiste più. un tempo uscivano gli articoli di personalità come emilio cecchi e enrico falqui, che erano dei punti di riferimento.
l’unico premio che fa vendere libri è lo strega. ma dei 400 votanti dello strega di cui faccio parte da 35 anni, 130 sono funzionari di case editrici con le rispettive mogli. …nella giuria del campiello invece ci sono un sociologo, un’operatrice artistica e un critico d’arte che di libri ne sanno come io ne so di sociologia, di critica artistica e di mostre d’arti figurative.
… la parola oggetto forse è un po’ eccessiva. io direi che il libro, inteso come opera letteraria, in questo società sta diventando una delle tante forme di intrattenimento in cui trastullarsi.
… invece la letteratura è specchio della vita, è una cosa enormemente seria, altrimenti non varrebbe la pena che ci fossero cattedre universitarie e facoltà in cui si formano i giovani a studiarla. ora siamo davanti a una specie di melassa in cui la letteratura, la televisione, l’informazione giornalistica e il cinema si equivalgono.