ho aperto la tua bocca a oriente remato il mare con i pesci ho steso le braccia alle pianure aperto varchi alle cime ho acceso legna al tuo freddo ho raccolto prati adulato l’aria maledetto i ciechi e gli urlatori ho bevuto con te alla fine non all’inizio ho ingoiato l’allegria ho sparso il cielo [...]
il giorno del finimondo andremo contro il vento con la bocca calda, io e tu, non c’importa di morire. g.bufalino
immensa nube.2014©salvatoremarrazzo sgravato per un po’ dal peso, un ligneo laocoonte mette le spalle sotto l’immensa nube. raffiche taglienti dal promontorio. urlando, la voce si sforza di trattenere le parole nei confini del senso. torrenti di pioggia: corde ritorte sferzano i monti come clavicole ai bagni turchi. dietro avanzi di colonne il medinverraneo si [...]
indisciolta insospesa incompleta sto. attaccata al tuo corpo suadente, costretta da te alla terra. i miei atomi danzano musica dell’eterno fuoco tormentati nella profonda essenza come contrabbasso percosso pizzicato pigiato sta. attaccato alla sua anima terrena costretto ad una umana stampella. elvira peduto
cadendo una stella strappava lembi di cielo nero per costruirsi un sudario. all’improvviso un odore si fece profumo ed un fiotto di mare azzurro l’unica meta possibile in cui spegnersi. elvira peduto
in perpetua afflizione giriamo attorno alle mure altissime del gineceo tra le donne qualcuna c’è che canta indoviniamo le loro abluzioni di lacrime i loro occhi dalle grate ci spiano le loro mani ci gettano ritagli d’unghie torsoli di mela monete dentini guasti gusci di arachidi ditali fili pezzetti di carta con macchie e graffi [...]
vivo sull’acqua, solo. senza moglie nè figli. ho circumnavigato ogni possibilità per arrivare a questo: una piccola casa su acqua grigia, con le finestre sempre spalancate al mare stantio. certe cose non le scegliamo noi, ma siamo quello che abbiamo fatto. soffriamo, gli anni passano, lasciamo tante cose per via, fuorché il bisogno di fardelli. [...]
ero là ho aspettato che accadesse poi una lunga pioggia dietro l’angolo si son chiuse le mani ho aspettato che partissi per varchi di luce contavo i tuoi passi uno a ad uno mi chiedesti quale parola? - passerà – ho aspettato che restassi ma è dura l’inversione del mare ho aspettato ho aspettato tutte [...]
siamo compartimenti stagni navi che girano senza mare isole senza incanto arbusti di voci trafitte siamo saliva che esige l’inferno s.m.
rinuncia alla mano dell’amica, la sosta assurda della mano nel giro di altre dita: solo l’inferno è onesto. ferma la mano gagliarda contro l’impeto del sangue; distogli dal docile profilo il dubbio dello sguardo: nega l’elusiva sosta di un dialogo di frode, segna con l’unghia, saldo, il segno della fine. sdraiati nel centro dell’inferno, riconosci [...]