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aprile e silenzio

la primavera giace deserta, scuro come velluto il fossato si snoda al mio fianco senza immagini riflesse. soli a splendere sono dei fiori giali. mi porta la mia ombra, come la sua nera custodia un violino. la sola cosa che voglio dire brilla fuori dalla mia portata come l’argento del banco dei pegni. tomas tranströmer

chiedo il silenzio

anche se è tardi, è notte, e tu non puoi. canta come se nulla fosse. nulla è. a.pizarnik

come su foglio

come su foglio accartocciato che si liscia resta il segno crepa a colarci l’inchiostro. (noi ci imbeviamo d’infiniti spigoli.) elisa biagini

blu

blu, sprofondato nella sua luce, blu, rabbuiato dall’ombra dell’erba dei sogni. occhio e sguardo sono per te iscritti nel blu e mai nessuno vedrà la bocca anche se si fermasse, entrasse in molti nomi. se sfuggisse di tanto in tanto dal sonno per formarti di nuovo, come pane.       ci sarebbe dolore nel [...]

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<<hai mangiato?>> <<hai dormito?>> <<la cacca?>> <<vuoi un sorso d’acqua?>> <<sei quattr’ossi>> <<senti chi parla!>> essere asini. la misura esatta è l’infinito. e il tintinnio delle cose. qui. chandra livia candiani

il male che

il male che non si ripara il male che orienta e scuce è uscito all’aperto vestito leggero sotto i colpi feroci della bella stagione. fammi il male degli animali. fammi la primavera. chandra livia candiani

il gufo

il gufo a mezzogiorno strizza gli occhi. non vedo nulla! aspetta, la tua notte arriverà presto. ko un

esperide

ineluttabile amore, sei peggio del vino nero, dove mi porti la mente? quando avrò pace alfine ai tuoi balconi, piovosi di lunghi capelli, in una notte di serenate? oh dammi l’impervia mela che alleva un vento guerriero su un ramo d’oro, in un orto dov’è vietato guardare. g.bufalino

un consiglio

non date retta al re, non date retta a me. chi v’inganna si fa sempre più alto di una spanna, mette sempre un berretto, incede eretto con tante medaglie sul petto. non date retta al saggio al maestro del villaggio al maestro della città, a chi vi dice che sa. sbagliate soltanto voi come i [...]

paese

nel guscio dei tuoi occhi sverna una stella dura, una gemma eterna. ma la tua voce è un mare che si calma a una foce di antiche conchiglie, dove s’infiorano mani e la palma nel cielo si meraviglia. sei anche un’erba, un’arancia, una nuvola… t’amo come un paese. g.bufalino