andava solo, qualunque altro accanto gli avrebbe sparigliato la solitudine. andava per desiderio di staccarsi dal campo, dalle voci, saliva per allontanamento. a chi gli chiedeva cosa aveva visto, sentito, se il cielo era per caso più vicino, rispondeva di no, ch’era più vuoto, senz’ali senza polvere, né fumo. erri de luca
non è traguardo una cima, è sbarramento. lì sperimentava la vertigine, che in lui non era il risucchio del vuoto verso il basso, ma affacciarsi sul vuoto dell’insù. lì sulla cima percepiva la divinità che si accostava. lassù si avvolgeva di vento. una sommità senza urto di masse d’aria addosso è spaventosa. perchè l’immenso sta [...]
se potrò scordare di te si dovrà scordare di me la mano che scrive le lettere la destra del martello e del palmo di fionda. se potrò scordare di te s’attaccherà la lingua alla sella del palato, la lingua dei fischi alla notte e dei baci alla pelle leccata come una capra il sale. s’attacchi [...]
chi ha steso braccia al largo battendo le pinne dei piedi gli occhi assorti nel buio del respiro, chi si è immerso nel fondo di pupilla di una cernia intanata dimenticando l’aria, chi ha legato all’albero una tela e ha combinato la rotta e la deriva, chi ha remato in piedi a legni lunghi: questi [...]
io detesto proferire insegnamenti, comandi, divieti. soprattutto in arte. ho l’impressione e la coscienza tragica che in un’epoca come questa d’incubo, di consumo generale santificato, della produzione della comunicazione della tecnica e della politica onnipotenti, il mondo giri e girerà solo, estraneo alla voce dell’ARTE e perfino suo malgrado e contro di essa, e che [...]
quando il sole infine splende a novembre splende così forte che persino i ciechi trasalgono nel sentire lo schianto delle loro ombre. henrik nordbrandt
ovunque ci volgiamo nella bufera di rose, la notte è illuminata di spine, e il rombo del fogliame, così lieve poc’anzi tra i cespugli, ora ci segue alle calcagna. ingeborg bachmann
un occhio umano, di vecchio, guarda, riflette, interroga il secolo in cui si è illuminato di miserie e di destini, in cui la domanda unde malum e una particella di Amore Infinito gli hanno tracciato una via. durante una sosta gli appare questo enigma: << che cos’è un vero occhio? il monaco non rispose>>. guido [...]
liverpool non esiste. questo sa la donna che si siede dietro i vetri dell’aeroporto a veder passare il fiume mersey, un fiume che assomiglia alla misericordia ma lungo il quale non risaliranno i salmoni: non arriveranno al torrente, non attraverseranno il tunnel dell’orso, non deporranno uova sulla cieca obbedienza delle bussole. perché liverpool non esiste, [...]
la notte è con me. dopo un giorno dal cielo torbido e ragnato ho guardato d’un tratto alla finestra e ho visto il nero incendio. come è irreale e sorprendente a volte ciò che conosciamo. in quale modo strano di colpo siamo vivi. in quale modo subdolo e pacato di colpo siamo morti. qualcuno che [...]