si allontana il tempo, ti allontani. e la tua immagine immobile sul muro interno. ghiannis ritsos
si allontana il tempo, ti allontani. e la tua immagine immobile sul muro interno. ghiannis ritsos
e il merlo soffiò sulle ossa dei morti col suo canto. seduti sotto un albero, sentivamo il tempo affondare sempre di più. il cimitero e il cortile della scuola s’incontrarono e confluirono come due correnti in mare. il suono delle campane si avviò nell’aria portato dalla morbida leva dell’aliante. lasciarono un più grande silenzio sulla [...]
ogni notte al rintocco delle 11 arriva fin qui la foresta morta. accuratamente tagliata e deposta in mucchi sui tanti vagoni del treno. il treno è lungo – molto lungo. e un vento levandosi una volta ha attraversato cantando tutte le chiome degli alberi. lars gustafsson
ho pensato i tuoi occhi così tante volte che alla fine il pensiero mi è rimbalzato addosso e non ho più avuto un gesto che non fosse riflesso dal tuo sguardo questo dirò a discolpa quando dovrò spiegare perché della mia vita ho fatto cosa aliena e complicata michele mari
salgo alle montagne dove metto distanza dal trabocchetto-botola delle tue gocce, mare. vado su ghiaccio e neve, sgretolo sotto i passi gli infiniti cristalli esagonali, per naufragio mi tengo la valanga e il crepaccio, per asfissia l’ossigeno che in alto si dirada. alzo l’ultimo passo che depone in cima dove non è più suolo, è [...]
nei canali di otranto e sicilia migratori senz’ali, contadini di africa e di oriente affogano nel cavo delle onde. un viaggio su dieci s’impiglia sul fondo, il pacco dei semi si sparge nel solco scavato dall’ancora e non dall’aratro. la terraferma italia è terrachiusa. li lasciamo annegare per negare. erri de luca
perdo perché ho un’idea perdi perché non ce l’hai perde perché non si sa se ha un’idea perdiamo perché abbiamo poche idee perdete perché avete tante idee perdono sempre gli stessi s.m.
ogni mio senso è in ogni senso immerso e dice addio ogni cellula a ogni cellula: risensata attraverso l’universo, io sono un’alga, un’ala di libellula. patrizia valduga
parola, cosa mistica e profonda, discendi, indistruttibile nei cuori come luce rapida ora inonda la nostra oscurità dei tuoi fulgori. patrizia valduga
è severa l’opinione del sole sopra le mie membra; né io la contrasto. ottobre è il mese della dolce grappa: dai vetri scivolano le mosche moribonde. io aspiro ad una sconfitta dignitosa. g. manganelli